Sempre più spesso ragazzi giovani o uomini con qualche anno in più mi domandano come combattere l’ansia da prestazione. Quest’ultima è un fenomeno psicologico, di tensione mentale e preoccupazione, verso il rapporto sessuale e il soddisfacimento della partner.
Questa tensione mentale spesso riesce a generare nell’uomo un’insicurezza tale da creare una sorta di blocco pscologico che crea, in molti casi, veri e propri problemi di erezione durante il rapporto sessuale (e più avanti vedremo come).
Quindi, dinanzi a episodi di flop erettivi sempre più frequenti, diventa più che lecito per molti uomini domandarsi come combattere l’ansia da prestazione ed evitare problemi.
Prima di scendere nei dettagli, è assolutamente necessario comprendere alcune dinamiche sessuali per evitare tutte quelle presunte soluzioni veloci che, anziché combattere l’ansia da prestazione soesso invece ne accentuano solo le cause scatenando ulteriori disfunzioni erettili tra le lenzuola.
Per comprendere come combattere l’ansia da prestazione dobbiamo, prima tutto, chiarire alcune dinamiche fondamentali sul meccanismo dell’erezione del pene. Quest’ultima avviene per via di un processo psico-fisico suddiviso in due parti:
- La prima parte è quella relativa all’eccitazione mentale (fenomeno puramente psicologico) che scaturisce in seguito a stimolazioni sensoriali della vista, del tatto, dell’olfatto, dell’udito e dell’immaginazione. L’eccitazione mentale innesca la produzione di specifici ormoni e neurotrasmettitori che, “scendendo” verso la zona genitale, provocano il rilascio della muscolatura liscia e un maggiore afflusso di sangue “fluidificato” nella zona del pene.
- Il pene, essendo costituito da semplici corpi cavernosi simili a spugne, inizia a trattenere il sangue “spinto” dall’iniziale eccitazione mentale. In questo modo, trattenendo quantità sempre maggiori di sangue, inizia a gonfiarsi come un palloncino fino ad arrivare all’erezione completa.
Da questo meccanismo psico-fisico si può intuire che l’erezione del pene non è un fenomeno del tutto automatico e da dare per scontato, quando siamo dinanzi una donna nel contesto sessuale ed erotico. Il meccanismo erettile richiede, infatti, un fattore psicologico indispensabile che è per l’appunto l’eccitazione mentale.
Tra poco potrai iniziare a capire come combattere l’ansia da prestazione ed evitare di peggiorarla, infatti un’altra cosa importante da capire è che l’eccitazione mentale si può verificare e mantenere con intensità per tutta la durata del rapporto, solo se non vi è nulla che la blocchi o che la limiti.
Un delle cose che limita moltissimo l’eccitazione mentale è, guarda caso, proprio l’ansia da prestazione sessuale. Quest’ultima, infatti, può letteralmente prendere il sopravento sull’eccitazione mentale durante il rapporto sessuale, innescando una tensione mentale e un senso di agitazione e insicurezza interiore tali da spegnerla del tutto.
Venendo a mancare la spinta psicologica dell’eccitazione mentale, o essendo intermittente per via dell‘ansia, verrà poi a mancare la spinta di sangue nei corpi cavernosi del pene provocando così i diversi tipi di disfunzione erettile:
- mancanza totale di erezione
- difficoltà a mantenere e prolungare l’erezione durante la penetrazione
- perdita improvvisa di erezione
- erezione debole o incompleta
L’ansia da prestazione sessuale non è una malattia psicologica che arriva dal nulla. Essa, infatti, scaturisce da cause psicologiche specifiche e spesso inconsce e se le si conosce diviene più facile trovare il rimedio più adatto e capire, in questo modo, come combattere l’ansia da prestazione.
L’ansia da prestazione maschile può nascere da una o più delle cause qui sotto elencate:
- paura di essere sessualmente poco capace e di deludere sessualmente le donne
- timore di essere sessualmente inferiore nelle discussioni e nei confronti sociali fra coetanei o colleghi
- bassa autostima sessuale e mancanza di fiducia in se stessi
- convinzioni e credenze totalmente errate e false sul sesso e sulle esigenze sessuali femminili
- insicurezza legata alle dimensioni del pene (nel caso di chi si ritiene poco dotato)
- uso o abuso di alcool e droghe (anche i cannabinoidi e THC contenuti in Marijuana e hashish )
- interazione con alcuni farmaci (ad esempio: ansiolitici, anti-depressivi, psicofarmaci)
- convinzioni autolimitanti (la maggioranza degli uomini non sa cosa siano ma sono diffusissime e troppo spesso sottovalutate)
- auto-sabotaggi inconsci (programmazione inconscia e inconsapevole al fallimento sessuale)
- auto-monitorizzazione inconscia del pene e dell’erezione durante il rapporto sessuale
Sempre più spesso, chi si ritrova nella spiacevole situazione di chiedersi come combattere l’ansia da prestazione, cerca rimedi e soluzioni facili e immediate spinto dall’impulsività creata dall’ansia stessa, ma in questo modo si imbatte spesso in false soluzioni che riescono solamente a peggiorare il problema.
Vediamo ora alcuni diffusissimi modi su come non combattere l’ansia da prestazione, per evitare di incappare negli stessi errori. Ad esempio, molto spesso nelle terapie mediche psicologiche per l’ansia da prestazione si ricorre a psicofarmaci per combattere e limitarne i sintomi. Tuttavia, in questo modo, si vanno a creare diversi problemi:
- Gli psicofarmaci come gli ansiolitici non curano e non eliminano alla radice l’ansia da prestazione, ma si limitano soltanto a sopprimerne temporaneamente i sintomi fisiologici. In pratica è come prendere degli analgesici per il mal di denti causato da un dente cariato fino alla radice. L’analgesico non ti fa sentire il dolore (soppressione del sintomo), ma la causa del dolore rimane (la carie alla radice) e prima o poi il dolore si ripresenterà più forte.
- Inoltre, questi farmaci sopprimono i sintomi provocando una sorta di torpore mentale e mancanza di concentrazione e lucidità. Questi effetti collaterali andranno in seguito a limitare e spegnere l’eccitazione mentale durante il sesso, provocando altri problemi di erezione.
- Uno degli effetti collaterali degli ansiolitici, degli antidepressivi e di altri farmaci (e dichiarato anche in etichetta), è proprio quello di provocare disfunzione erettile. Quindi è un contro senso assumerli!
- Assumere farmaci per l’ansia da prestazione sessuale può solo portare ad un senso più o meno inconscio di dipendenza psicologica dal farmaco stesso. Questa forma di dipendenza psicologica e di fiducia riposta nel farmaco (o in qualunque genere di pillola anche se dichiarata come naturale) non fa altro che alimentare l’idea che “da solo non ce la posso fare”, quindi va a sminuire ulteriormente l’autostima sessuale provocando col tempo ulteriore insicurezza e, ovviamente, altra impotenza sessuale.
Un altro tentativo fatto da moltissimi uomini per risolvere il problema, è quello di assumere i farmaci per la disfunzione erettile nella speranza e illusione che questi farmaci regalino erezioni performanti e sicure. Mi riferisco ai famosi farmaci facenti parte della categoria degli inibitori delle fosfodiesterasi.
Al di là delle leggende metropolitane che si dicono in giro o su molti forum, questi farmaci non provocano un’erezione automatica né tanto meno sicura. La verità è che i loro principi attivi non sono curativi, ma semplici coadiuvanti per la fluidificazione del sangue nella zona genitale.
Infatti, per arrivare all’erezione e al suo mantenimento durante la penetrazione, occorre in ogni caso la giusta dose di eccitazione mentale senza blocchi…come quelli provocati dall’ansia da prestazione sessuale. Perciò, questi farmaci non sono un valido modo per combattere lo stato ansiogeno.
Inoltre, come per i farmaci ansiolitici, l’assunzione e la fiducia riposta in questi farmaci per la disfunzione erettile crea una sorta di dipendenza psicologica e mancanza di autostima sessuale, alimentando così il timore di fallire con la propria donna e, in moltissimi casi, anche i problemi erettivi stessi.
Insomma, chi desidera risolvere alla radice questa problematica deve essere disposto a lavorare concretamente su tutti quei processi mentali, consci o spesso inconsci, che la fanno sorgere e che poi provocano i problemi di erezione e le delusioni sessuali a letto e nella coppia.
L’insicurezza che provoca il timore di fallire deriva quasi sempre da scarse o errate conoscenze in materia di sesso, sessualità ed “esigenze” sessuali femminili. E molto spesso fare domande o ricerche sui vari forum generici non fa altro che alimentare la confusione e riempirci di nozioni del tutto errate in materia di sesso.
Molte forme di insicurezza sessuale si possono combattere solo attraverso una corretta conoscenza di come “funzioniamo” sessualmente e di come funzionano, realmente, molte dinamiche sessuali tra le lenzuola (in modo particolare quelle legate alle dimensioni del pene…).
Attraverso semplici tecniche mentali da poter fare comodamente in casa propria e da soli, si può lavorare per modificare profondamente tutti quei fattori mentali che creano la bassa autostima sessuale e la mancanza di fiducia in se stessi quando si è a letto con la partner. Diventa, quindi, possibile elevare la propria autostima sessuale per potersi sentire sicuri di sé e padroni delle proprie emozioni mentre si fa sesso e per poter, in questo modo, combattere alla radice lo stato ansiogeno.
Sempre attraverso particolari tecniche mentali e di visualizzazione, si possono anche raggiungere stati più elevati di desiderio sessuale e di eccitazione mentale, in modo tale da promuovere il meccanismo psico-fisico dell’afflusso di sangue al pene per potenziare e migliorare l’erezione in intensità o in durata.
Se alle tecniche mentali per combattere l’ansia da prestazione e per migliorare l’eccitabilità, si uniscono in contemporanea delle specifiche tecniche fisiche per rafforzare fisicamente il meccanismo di afflusso sanguigno verso il pene, ecco che il miglioramento in termini di fiducia in sé, eccitabilità e capacità erettiva, diventa sempre più forte portando così a un miglioramento indiretto della serenità sessuale durante il rapporto con la propria partner.
Infine, la conoscenza dei meccanismi inconsci di autosabotaggio mentale, che molto spesso gli uomini eseguono mentre sono a letto con la partner senza rendersi conto della loro dannosità, e la conoscenza di come evitare del tutto questi autosabotaggi e di cosa fare esattamente durante un rapporto sessuale, porta in maniera definitiva all’eliminazione totale di tutte le possibili problematiche.
Queste tecniche fisiche e mentali per migliorare in modo definitivo, unite in un unico metodo, si dimostrano essere ormai da diversi anni un rimedio molto più logico ed efficace, per tutti quelli che si chiedono come combattere l’ansia da prestazione, piuttosto che imbottirsi di pillole o di farmaci vari…